Si è tenuto lo scorso 03.10 il seminario in tema di “Sostenibilità e Responsabilità Sociale nella Gestione di Ristrutturazioni Organizzative in Azienda”, organizzato dall’American Chamber of Commerce in Italy presso la sede di Milano.
Il seminario moderato dal dottor Gaetano Casalaina, Presidente Advisory Board di Sernet, è stato un’ottima occasione per spiegare l’approccio Sernet, ovvero lavorare in ottica di Sostenibilità e Responsabilità Sociale d’impresa, in particolare nella gestione di ristrutturazioni organizzative aziendali.
Come adottare comportamenti di sostenibilità e responsabilità sociale?
Alberto Sportoletti, AD di Sernet, afferma che adottare un modello di sostenibilità e responsabilità sociale può portare concretamente a risultati positivi, anche dal punto di vista economico, per le aziende che hanno deciso di avviare ristrutturazioni organizzative. In che modo?
Un’azienda che si ritrova a dover chiudere un impianto produttivo o un ufficio deve far fronte a delle attività che non sono tra le sue competenze chiave e deve necessariamente essere assistito in questo percorso e deve decidere quale approccio adottare: quello tradizionale (‘paga e chiudi’) o un approccio socialmente responsabile atto a minimizzare l’impatto sociale ed economico su tutti gli stakeholder, in primis i lavoratori, la comunità locale e il tessuto di imprese, le competenze e anche l’ambiente nel territorio di riferimento.
In passato si usava ‘semplicemente’ trovare accordi con le parti sociali pagando buone uscite ai dipendenti, utilizzando ammortizzatori come la Cassa Integrazione e la NASPI oppure percorsi di prepensionamento. Oggi questo approccio non è più sufficiente, a conti fatti è anti-economico per tutti e spesso non viene più accettato dalla Pubblica Amministrazione locale e dal governo centrale, oltre che dai sindacati. In Sernet si è convinti che il lavoro abbia un valore molto più grande del solo (seppur consistente) risarcimento economico. Accanto agli strumenti tradizionali è dunque necessario lavorare a soluzioni finalizzate a ripristinare i posti di lavoro.
Un esempio di responsabilità sociale d’impresa: il caso Sky
Per dare concretezza al concetto di Sostenibilità e Responsabilità Sociale, è intervenuta, Francesca Manili Pessina (EVP Human Resources and Facility Management – presso SKY ITALIA), illustrando il Piano di Trasformazione di Sky del 2017 adottato nel progetto di chiusura degli uffici di Roma che ha coinvolto quasi 600 persone tra trasferimenti (c.ca il 70%) ed esuberi.
Secondo Francesca Manili Pessina responsabilità sociale d’impresa significa “assumersi la responsabilità di prendere delle decisioni, nei confronti degli stakeholder, che siano funzionali al futuro dell’impresa, alla sostenibilità dell’impresa e alla sua competitività, e portarle a termine in modo rispettoso degli interessi di tutte le persone coinvolte, senza distruggere ma aumentare l’engagement.”
Il Piano di Trasformazione che ha coinvolto Sky Italia, aveva l’obbiettivo di creare le condizioni per poter continuare ad investire, non le premesse di una situazione di crisi, non per una sopravvivenza dell’azienda, ma una situazione che diventava in prospettiva insostenibile dal punto di vista degli ingenti investimenti che sono necessari per continuare a crescere nel settore media-entertainment.
Nel concreto, la finalità del piano era il consolidamento degli investimenti infrastrutturali sull’hub di Milano Santa Giulia come polo principale per il gruppo e la chiusura della sede di Roma (tranne che per la redazione politica di SkyTG24), con il trasferimento di attività e lavoratori da Roma a Milano.
Sono state individuate misure di supporto al trasferimento di sede da Roma a Milano, che è stato proposto in modo volontario e incentivato. Le soluzioni proposte, oltre agli incentivi economici, si sono focalizzate sulle esigenze delle singole famiglie, con pacchetti di servizi a scelta non monetizzabili (es. servizi relocation, servizi alla persona, servizi baby sitting ecc).
Per chi non volesse accettare il trasferimento, si è data la possibilità di incentivazione all’uscita e accesso alla ricollocazione attiva sul territorio di Roma, secondo un programma di continuità occupazionale composto da numerosi canali e strumenti articolati (es. fornitori, partner, outplacement tradizionale, APL, etc…).
Questo approccio a livello individuale ha ottenuto, in pochi mesi dall’annuncio, oltre il 90% di adesioni consensuali al trasferimento o all’uscita.
È poi intervenuto il professor Angelo Pandolfo, docente di Diritto del Lavoro e Previdenza Sociale dell’Università La Sapienza di Roma che ha analizzato nel dettaglio gli ammortizzatori sociali facendo un breve excursus normativo (Evoluzione del contratto di espansione, APE sociale, assegno di ricollocazione, NASpI, contratto di solidarietà, nuovo codice della crisi vs direttiva comunitaria n. 172 del 20 giugno 2019).
“Il tema di Responsabilità Sociale è stato ispirato dai valori della nostra azienda ed è stato attuato attraverso un Piano di Mitigazione Sociale che ha considerato le esigenze reali di tutti i lavoratori. Questa è stata la chiave che ha portato al successo: se non ci fosse stata coerenza tra gli obbiettivi, l’approccio e l’esecuzione di questo progetto, sicuramente non sarebbero stati raggiunti tali risultati” ha concluso la dott.ssa Manili Pessina.